

Antefatto: giravo curiosa in libreria e tra i cartacei esposti ecco, come uno specchietto per le allodole, la copertina ( brutta! ) di un libro che riportava l’immagine di un’auto sportiva color rosso fuoco e recitava nel titolo Terre rare e subito dopo il ritorno di Pietro Paladini.
Al tempo, quando fu pubblicato Caos calmo mi attirò il titolo, un ossimoro ben studiato, e lo comprai.
Pietro Paladini mi piacque subito, trovai rigorosa la sua espiazione ai mali del mondo, alla sua improvvisa vedovanza, restando davanti alla scuola della figlia, per tutto il tempo che la bambina era lì, a sorvegliare la vita degli altri, di coloro che ignoravano la sua, di vita, e il dramma che, nella sua esistenza, vi era appena entrato.
Ancora di più amai Nanni Moretti nei panni di Pietro Paladini, al cinema.
Nanni Moretti, mi senti? Anche se sei diventato ancora più scorbutico e accartocciato che mai, avrai per sempre il mio imperituro amore! Amen.
Fine dell’antefatto.
Il fatto: tornata a casa ho comprato la versione eBook del libro con l’auto rossa in copertina ( brutta! già detto? ) – ho ripreso a leggere di notte e il coinquilino non apprezza la luce accesa, sia pure di una lampadina da libro e, dunque, con l’ebook in modalità notturna leggo tutto il tempo che mi pare. ( Lo so, state storcendo il naso per l’ebook… vuoi mettere la bellezza di avere in mano un libro di carta e annusarne la stampa e sentire sotto le dita l’impercettibile ruvidità della carta o la levigatezza della stessa carta e avere la possibilità di sottolineare i passi salienti? – cosa che non faccio mai, ma che si può fare anche con la versione digitale, volendo, e che non faccio neppure in questa modalità… insomma tutto ciò mi è noto da tempo, ma adesso se voglio leggere di notte è così )
Quindi ho letto il libro e ho cominciato a chiedermi: perché Pietro Paladini si trova a Roma, invece che a Milano come nel libro precedente, e fa il rivenditore di auto usate? Perché oltre a fare il rivenditore di auto usate – e si scopre in seguito che le auto sono spoiler!…rubate e che il suo socio in affari è un fior di delinquente, e perché il buon Paladini è diventato, oltre che un inconsapevole e credulone e incapace, anche una specie di assatanato di sesso – che una qualsiasi ragazza lettrice finisce col credere che tutti gli uomini del regno sono individui incapaci di tenere a freno l’amico di merende che vive nello scantinato, in considerazione del fatto che pure un eroe del nostro tempo, come poteva essere il Paladini versione Caos calmo, diventa supersensibile ad una qualsiasi sollecitazione esterna collocandosi in area riccio in calore? E ancora, perché il Paladini regredisce ad una fase pre adolescenziale e fa i broncetti al cospetto della matrigna che gli racconta del fratello – anche lui delinquente e fuggiasco, uguale uguale al socio del nostro eroe, che due delinquenti e fuggiaschi nello stesso libro mi pare una cosa esagerata proprio! ( a tutti questi perché ci sono alcune risposte nel finale del libro, ma solo alcune, eh! ). E ancora perché lo stesso libro ha avuto una prima stampa, diversi anni fa, da Bompiani e poi, furbescamente mi sembra, sfruttando il successo de Il colibrì al cinema e in libreria, è stato riproposto per i tipi de La nave di Teseo, spacciandolo per un libro, apparentemente, appena scritto? Una bella operazione editoriale per gabbare i polli come me che, oltre a scontentarsi per un libro dai mille perché, si ritrovano due versioni dello stesso libro perché – ancora un perché – oltre quello sull’Icoso appena terminato di leggere, ne hanno una copia cartacea posta in secondo piano nella libreria di casa, copia comprata da tempo e dimenticata.
Fine del fatto.
Veronesi, mi senti? Usami la cortesia, visto che ho pagato i diritti d’autore per ben due volte, di adoperarti nella scrittura di qualcosa che non mi faccia chiedere troppi perché, la prossima volta. Amen.