Ieri mattina sono entrata a scuola alle otto – così come aveva chiesto la presidente che commissiona i nostri esami di stato di scuola secondaria di 1° grado – sono stati volturati in esami di stato da qualche tempo, tante parole per la stessa cosa di prima! Vabbe’, siamo arrivati a quell’ora con il codazzo di alunni morti di paura, chè ieri c’erano le prove Invalsi. Il giorno precedente la capa aveva disposto che i banchi fossero messi a distanza ragguardevole l’uno dall’altro. Perchè? Così dicevano le istruzioni Invalsi, soprattutto per quelle scuole campione – la nostra, che c…o! Sicchè ieri negli atri, nei corridoi, a momenti pure nel bagno, c’erano banchi e alunni. Con il risultato che salvaguardare la prova da eventuali copiature e/o azioni di suggerimento è stata una impresa ardua, chè una classe iniziava nel corridoio dell’atrio A e proseguiva nell’atrio B, verso l’infinito e oltre! E vabbe’ pure questa. Detto tra noi le prove, a differenza degli anni precedenti, erano fattibili, ma i ragazzi son ragazzi, si sa, e se Vittorini con ” Il garofano rosso ” fu un must delle nostre letture adolescenziali, quelli han durato qualche fatica a stare dietro agli items a risposta multipla e aperta. Stessa cosa per la matematica, fatta più che altro di quesiti di logica. Appartiene, la logica, alle giovani menti italiane? A volte sì, a volte no, come la corrente alternata! Completate le prove, come santa Gelmini dei Pennini ha voluto, è arrivata la notizia: bisogna fermarsi a correggere! Che cosa? Ma le prove, of course! Perchè è vero che le prove sono Invalsi, istituto legato al ministero con funzioni di monitoraggio proprie, ma il signor Invalsi, mica si corregge lui gli elaborati, come dovrebbe! No no, c’è una manovalanza aggratis e pecorona che lo fa senza problemi: i prof di tutta Italia, categoria alla quale appartengo, sob! Quindi la presidente decreta: le griglie arrivano a momenti, rimanete. Rimaniamo. A mezzogiorno e qualcosa vengono distribuite le soluzioni. Fascicoli alla mano iniziamo a correggere. Democraticamente Matematica si dispera sui suoi, io elaboro italiano e tra base base derivata derivata base derivata e falso falso vero falso, arrivo a capo della faccenda in tempi tutto sommato cristiani, le quattro del pomeriggio! E non è finita, chè le correzioni vanno riportate sulle griglie a pallini, che non si possono crocettare altrimenti il lettore ottico degli Invalsi non le avrebbe lette! Sicchè le prime crocettate le abbiamo dovute riprendere e annerire a dovere! I dati ottenuti sulle griglie andavano a loro volta riportate su una griglia elettronica che ci avrebbe dato il risultato numerico della prova, da scrivere sugli statini d’esame, perchè i voti fanno media con le altre prove scritte e con il voto complessivo d’esame. Alle sei del pomeriggio uno della segreteria apre la posta elettronica e… un items andava valutato in un modo diverso da quello finora preso in considerazione! Riprendiamo in mano quello che avevamo già elaborato e apportiamo le correzioni. Come gli zombi, dopo 11 ore e mezza di permanenza, i prigionieri di Zenda, noi, usciamo da scuola smoccolando all’indirizzo di Invalsi e Co, che nemmeno uno scaricatore del porto di Marsiglia! E vi sembra che sia finita così? Stamattina il messaggero degli Dei, sempre quello che in segreteria apre la posta elettronica ufficiale – mandato puntualmente a farsi una passeggiata scalzo a Colonna! – ci annuncia che i voti minori di venti andavano rivisti d’ufficio poichè nel frattempo, sempre a casa Invalsi, s’erano accorti di aver fatto ” qualche errore ” nella valutazione. Lo ammetto noi docenti siamo degli incapaci fanulloni. Abbiamo tantissimi vantaggi, quali tre mesi di ferie l’anno, alla faccia del resto del mondo. Siamo perlopiù comunisti e mangiapane a tradimento. Non facciamo il nostro dovere, stiamo a lamentarci in continuazione, ma in una cosa siamo diventati campioni nel breve volgere di due giorni: come sappiamo mandare affan… ciullo per la loro strada madame Stellina e il suo compare Invalsi non ce n’è altri. Ministra? La vedo malaccio. Fossi in lei una assicurazione sulla vita me la farei correndo. Dovessero andare a segno gli strali che vedo addensarsi sulla sua testa…

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