Il figlio più grande, qualche giorno fa, mi dice: Dove li porti quest’anno i tuoi alunni? A Troja, gli rispondo. Non ti sembra che siano troppo piccoli? aggiunge. Ci penso un po’ su… non c’ero arrivata! Che spiritoso, no? 👿 Va be’, siamo stati in gita scolastica a Troja, piccolissima località a mezza collina sui monti Dauni. Vanta una cattedrale romanica eccezionale con un rosone ” ricamato ” da far invidia ad altre chiese più famose e visitate.

Sarà che il termine è caduto in disuso – sarebbe stato drammatico se invece che a Troja fossimo stati a Escort! – sarà come è stato, ma non ci sono state battute scherzose come quelle figliesche. I ragazzi stranamente attenti, visita guidata professionale e ” teatralizzata “. Nel pomeriggio a Bovino – e lo so, sono rustici, i nomi di paese come gli possono venire diversi se sono tutte mucche e pecore? 😀 Fattoria didattica con percorso formaggi – nel senso che dalla mungitura delle capre sono arrivati alla fattura dei formaggetti dauni.

Insomma, finalmente un viaggio di istruzione veramente tale, senza (d)istruzione, anzi! Ho capito tre cose: ai ragazzi basta un prato per giocare, una fattoria con gli animali, la salsiccia di maiale nero e il formaggio di pecore di razza ” gentile ” da portare a casa e sono felici come non mai. La tanto decantata cultura battuta dalle braccia agricole? Da pensarci. Il ” massaro “, da laureato a pieni voti in agraria, ha messo a frutto l’azienda famigliare di 350 ettari tra pascolo e bosco di querce, con annesso allevamento di pecore, capre – 500 capi – e maiali neri della Daunia. A 750 metri sul livello del mare, una pace e un’aria che non vi dico… quasi quasi… 😀 e mi prendo come lavoranti i ragazzi di prima E! 😀
