Se vado indietro con il tempo e la memoria, il primo ricordo che ho di me stessa alle prese con la musica – con lo strumento che produceva musica in casa dei miei genitori – è un ricordo visivo prima che sonoro. “ Vedo “ le mie piccole mani scorrere sulle serrandine di legno che chiudevano i vani dove erano conservati i 78 giri, dischi conservati in un mobile imponente che conteneva tutta la curiosità di una bambina piccolissima. E lo vedo davvero quel mobile, quasi un totem, nei fianchi gli oggetti pesanti che messi sul giradischi producevano i suoni che mi facevano ballare e divertire. All’esterno una radio, compagna severa se erano i notiziari a parlare, allegra compagnia altrimenti, se era la musica a farla da padrona. Mia madre diceva sempre che era stato quello il primo mobile ad entrare in casa, prima di ogni altro oggetto, per volontà paterna. I miei genitori erano ballerini provetti e la musica dei ballabili ha sempre accompagnato la mia infanzia. Non c’è mai stata da allora, una volta, un’occasione, un giorno qualsiasi in cui non abbia ascoltato musica. Una colonna sonora ininterrotta, che dura da sempre. Le scelte della ragazza che sono stata hanno prevalso, poi, sugli ascolti casalinghi. La scoperta dei Beatles nella preadolescenza, la musica folk americana, Bob Dylan. I miei ricordavano ancora – probabilmente come una specie di incubo sonoro – il concerto all’arena di Milano di Joan Baez che avevo masterizzato in una “ cassetta “ e che mandavo, in un infinito rewind, ad alto volume. E le sere, sul tardi, passate davanti alla radio ad ascoltare PopOff, con dei giovanissimi conduttori di qualche anno più grandi di me. Poi la “ scoperta “ del jazz e della musica lirica, le canzoni dei cantautori imparate a memoria, “ sarà la musica che gira intorno, quella che non ha futuro “, la musica da non consumare, la musica compagna totale e assoluta. Chi, per cattiva abitudine, non ascolta musica è una persona “ povera “, priva di un mondo sconfinato fatto di colori e calore, perchè poi la musica altro non è che la colonna sonora originale della nostra vita.
Prima Supersonic con In a Gadda da vida. Paolo Giaccio, il magnifico Raffaele Cascone e Carlo Massarini che mi fece amare Joni Mitchell e Jackson Browne e poi il Boss. Neil Young Frank Zappa erano già divinità. 🤗👏
La nostra generazione è stata realmente fortunata, caro amico!
Io amo la musica, e ho una zia pianista che da bambina mi insegnava il pianoforte, ma quando fu il momento di avere un pianoforte in casa per poter studiare mio padre non ne volle sapere: disse che da ragazzo era espatriato per non sentire la sorella, e non avrebbe voluto ricominciare… Fu il mio primo taglio di ali, cui ne seguirono infiniti altri.
Una bella cattiveria da parte di tuo padre! Il pianoforte è il mio strumento musicale preferito, un vero peccato che tu non abbia potuto averne uno, magari adesso saresti diventata una concertista di grido oppure una musicista jazz e io sarei venuta ben volentieri ad un tuo concerto!
I 78 giri eran di mio nonno, quando dismise il giradischi, quello con la puntina di metallo, buttammo via anche i dischi. Che scempio.
Anche a casa nostra sono stati buttati via con l’avvento di un più moderno giradischi 🥴 ma se ci penso ne percepisco ancora lo peso, che erano davvero degli affari che non finivano più!