Per tanti versi l’estate ti toglie la voglia di occuparti delle cose. Cerchi una soluzione che ti permetta un impegno minimo della testa, perché ti sembra che anche quella, con il caldo, debba avere un attimo di tregua. Però leggi e leggi e tanto disimpegno non te lo concedi, leggi e rifletti. Io sono qui, di Marco Sono storie, ti obbliga alla riflessione e alla condivisione, all’affermazione dell’esserci, nonostante l’estate. Vi riporto per intero il post:
Avete presente le mappe dei centri commerciali?
Quelle con scritto “Voi siete qui”. E ti ritrovi tra una scala mobile che non porta da nessuna parte. E segui una indicazione di WC a soli 30 chilometri dal tuo bisogno impellente, a chiederti sconsolato: “Ma qui dove?”.
Ecco, quelle magnifiche indicazioni create da un Escher ubriaco, che ti danno il senso della posizione di un Gianluigi Buffon schierato centravanti nella finale di Champions League.
Sarà la sindrome da elettore del PD, quando dall’altra parte si palesa il pornonano ridens, ma io – quando incontro una di quelle mappe – lo so in partenza che sono destinato alla sconfitta.
Nelle giornate peggiori, mi ritrovo a pensare che quell’intreccio geroglifico di corridoi e frecce dai colori improbabili sia una immagine tragicomica della nostra vita quotidiana.
In fondo, i nostri percorsi giornalieri tra lavoro, casa, supermercati, scuole, università, autobus, treni, auto e tangenziali, non sono che una lunga, sterminata, sequela di “Voi siete qui” in cui smarrirsi.
E non c’è tam tam satellitare che tenga, o socialbussola che possa salvarci dal naufragio quotidiano. Perché quello che manca, perfino ai mr. Magoo come me, non è tanto il “senso” quanto il “tempo” dell’orientamento.
Quello spazio mentale di cui avremmo bisogno tra un “Voi siete qui ” e l’altro per rifiatare. Un momento per schioccare le dita – come in un episodio del Dottor Who o “Ai confini della realtà” – e fermare magicamente l’apnea frenetica in cui siamo inghiottiti.
Perché solo a quel punto, la fatidica domanda “Dove mi trovo?” acquista un senso un tantinello più profondo di quello che può dargli google map.
Per esempio, se oggi mi fermo un momento a pensare, mi rendo conto che c’è questo “sono qui” fisico davanti alla tastiera, con il mio lavoro, con tanti impegni pressanti ad appassionarmi, o forse per meglio dire, con la passione che mi pressa ad impegnarmi sempre e comunque.
E c’è un “sono qui” mentale, che mi fa essere con la testa a Reggio Emilia, con Giuseppe Civati e le tante persone splendide che continuano a coltivare un’idea diversa d’impegno collettivo. “Di tante persone che non contano ma si stanno contando già” come direbbe il poeta.
E poi c’è il “sono qui” più forte di tutti, quello che coinvolge quella roba tra il fegato e la testa. Quella roba che ti pompa in giro per le arterie la linfa vitale degli altri “sono qui”. Perché non c’è passione culturale, moto civile, bisogno creativo o abilità tecnica, che non parta da lì.
“Io sono qui” accanto alla donna che amo e senza di lei non saprei nemmeno essere “io” .
“Io sono qui” accanto a quel cucciolo che usa i piedini come il Pinguino di “Happy Feet”, che canta a perdifiato “Barbara Ann” dei Beach Boys, che dice “caca” per dire ”torta”.
“Io sono qui” perché spesso mi smarrisco davanti a quelle fottute mappe, ma poi per fortuna mi ritrovo grazie alle cose che contano sul serio, grazie alle persone che contano davvero.
Molto interessante…..buona serata! 🙂
silvia, hai cambiato avatar? 😀 buona serata anche a te!
sì ho cambiato un po’ tutto 😉
vengo a vedere! 😀
Sì, bel pezzo, l’avevo letto. 🙂
l’amico marco è davvero in gamba!
Mica un post per un impegno minimo della testa!
Confesso che non ho compreso il contenuto, col titolo del post, a meno che non abbia letto male e mi sia sfuggito qualcosa, che è assai possibile, al lunedì mattina ancora meglio! Ciao carissima Virginia!
mi riferivo all’esserci con la testa, dell’autore del post, dell’impegno a mantenere alta l’attenzione per i fatti politici che ogni giorno si susseguono, nostro malgrado e nonostante il caldo e le vacanze. a guardare il telegiornale, ogni giorno, ci si rende conto che le manfrine, le polemiche, le brutture, le solite storie dei nostri politici, in vacanza non vanno mai!
grazie della citazione.
è sempre un piacere, caro marco, leggerti e condividere.
Bellissimo post anche se devo constatare come siamo diversi nel mondo…
Mi sembra di capire che autore si perda nei centri commerciali ma abbia un punto fisso in cui si ritrova: nel Pd di Civati a Reggio Emilia…
Ecco io invece sono proprio il contrario: mi ritrovo nei centri commerciali, nelle metropolitane delle città estere e perfino sui sentieri segnati in bianco-rosso del Cai… Invece in quel mondo che si chiama sinistra (pd e dintorni) io mi perdo continuamente… Sarà che nella sinistra, al contrario delle mappe dei centri commerciali, il segnalino “voi siete qui” si sposta continuamente…
è vero, come ci si perde a sinistra! 😦