Compagni di scuola

compagni di scuola

Poco fa, al supermercato, ho incrociato un fu mio compagno di scuola – epoca istituto d’arte, praticamente la notte dei tempi! M. ha conservato lo stesso atteggiamento e la postura di allora: spalle leggermente curve in avanti, un sorriso da ” fool on the hill “, gli occhiali sempre in equilibrio precario sul naso. Alle prese con i generi che aveva acquistato ha mostrato la solita imbranataggine cronica, quella per cui veniva regolarmente canzonato – uso canzonato perché stasera mi sento leggiadra e colta, come una damina d’altri tempi… e dalle co’ ‘sta storia degli altri tempi! 😀 A scuola anche i prof lo canzonavano, manco a dirlo, per la sua incapacità a coordinare il pensiero con i gesti – il minimo sindacale richiesto per poter fare il maestro orafo. La precisione doveva essere il suo  obiettivo, ma M. non era in grado di gestire nemmeno i suoi quaderni, figuriamoci gli attrezzi del mestiere. Lui però sorrideva, e con voce chioccia spesso ci invitava a casa sua per ascoltare i Deep Purple dei quali era fan sfegatato – l’aspetto fragile nascondeva il marchio del rockettaro della prima ora. Un pomeriggio di musica arrivò suo fratello più grande. Con fare da fratello più grande ci fece il terzo grado – è probabile che avesse la vocazione da questurino  – poi, con disappunto, ci informò che non dovevamo essere lì perché stavamo disturbando i suoi studi. Rivolto ad M. gli disse di mettersi in piedi e di togliersi gli occhiali; lui obbedì come probabilmente era solito fare. Al quel punto il fratello coltello lo schiaffeggiò senza ritegno davanti a noi che forse eravamo i suoi amici, ma in quel momento eravamo sicuramente suoi ospiti. Ogni volta che lo incontro sento ancora quegli schiaffi come se fossero stati dati a me, invece che a lui.

21 risposte a "Compagni di scuola"

  1. liù 17 aprile 2013 / 20:44

    Più che fratello coltello io lo avrei appellato come “Fratello di merda”
    Scusa il francesismo,ma quando ci vuole ci vuole!

    • mizaar 17 aprile 2013 / 21:04

      già, anch’io ho evitato un francesismo dicendo canzonato invece d’altro! 🙂

  2. Emilia Pezzotta 17 aprile 2013 / 20:56

    Pensa come si sentirà lui ogni volta che ti incontra, sapendo benissimo che ne tu, ne gli altri avete dimenticato quella scena cosi umiliante. Che brutta cosa a volte “l’amore” fraterno

    • mizaar 17 aprile 2013 / 21:02

      non so se lui ricorda ancora quello che successe, forse no. ho come l’impressione che quella non fosse stata la prima volta e nemmeno l’ultima. l’amore fraterno non l’ha certamente migliorato…

    • mizaar 17 aprile 2013 / 21:29

      è così, al fratello coltello bisognerebbe regalare un po’ della tua sana filosofia di vita! 😀

      • Rocco R. 17 aprile 2013 / 21:34

        Ma nè vino nè birra. L’alcol fa male a chi è troppo pieno di sè e ha bisogno di dimostrarlo.

  3. arielisolabella 17 aprile 2013 / 21:31

    Io lo avrei preso a calci negli stinchi non sopporto i violenti ed i presuntuosi..prima o poi se non mi sentite più’ qualcuno mi ha fatto fuori!

    • mizaar 18 aprile 2013 / 12:05

      se vuoi ti posso tranquillamente aiutare alla bisogna! 😀

  4. fabio cuzzola 17 aprile 2013 / 21:54

    poverino….ma lo stupore è: hai fatto l’ISa??? ma tu scrivi da Liceo Classico!!!

    • mizaar 18 aprile 2013 / 12:09

      ahi ahi, prof mi stai cascando su un pregiudizio! 😛 non è detto che chi ha frequentato l’isa non sappia, poi, amare le buone letture dalla più tenera infanzia e di conseguenza regolarsi sul da farsi – a dire il vero sarebbe sul ” da scriversi”! 😀 se voleva essere un complimento, caro fabio, te ne ringrazio moltissimo. apprezzo i tuoi apprezzamenti, vuol dire che non ti annoi a leggermi!

      • fabio cuzzola 18 aprile 2013 / 12:29

        il mio era solo uno stupido “pregiudizio”, anch’io provengo dal tecnico-ragioneria, ma poi come per la tua strada ho avuto la possibilità di fare altri studi e altre scelte! Ti seguo con passione!

      • mizaar 18 aprile 2013 / 12:39

        grazie fabio, sei un caro e prezioso amico e collega! 🙂

  5. Sergio Baldin 18 aprile 2013 / 07:35

    Se non altro quell’episodio deprecabilissimo avrà contribuito a fartelo ricordare, non solo per i sui difetti e le sue fragilità, ma per la sua obbedienza fraterna, come una vittima, come un Isacco sull’altare eretto da Giacobbe.
    Parlavi di postura, ebbene io sono convinto che di ognuno, nel tempo e con la frequentazione assidua, si memorizzino così tanti particolari, che li fanno diventare unici e riconoscibili, anche se i tratti del volto finissero per farci dubitare.
    Un abbraccione carissima Virginia, donna piena di tanta umanità!

    • mizaar 18 aprile 2013 / 12:13

      è vero sergio, alcune caratteristiche fisiche, che ci trasciniamo da sempre, servono a renderci unici, rispetto ad altri. solo di recente, pensa, mi sono resa conto che istintivamente quando qualcuno mi fotografa, piego la testa da un lato. ed è qualcosa che noto nel mio figlio più piccolo… la genetica non è uno scherzo! grazie per i tuoi complimenti, sono solamente una persona che prova ad essere… una persona, appunto! ti abbraccio altrettanto calorosamente 🙂

      • Lilla ... 18 aprile 2013 / 15:36

        e … la Vergine Maria insegna che … ai serpenti, si schiaccia la capoccetta … magari con un martello, se non ci si vuole sporcare le scarpe! 😉

      • mizaar 18 aprile 2013 / 19:02

        aiutandosi anche con una bella mazzarella, alle volte! 😀

  6. duhangst 18 aprile 2013 / 14:23

    E fortuna che era il fratello… Altrimenti che gli faceva?

    • mizaar 18 aprile 2013 / 19:03

      i fratelli, a volte, riservano sorprese che non diresti! 😀

Scrivi una risposta a Emilia Pezzotta Cancella risposta